Movimentazione manuale dei pazienti: sorveglianza e prevenzione

Si parla per la prima volta, in materia di sicurezza sul lavoro, di patologie da sovraccarico biomeccanico con l’entrata in vigore del D.lgs. 81/08.

Il rischio maggiormente riconducibile a queste problematiche di salute è il rischio da movimentazione manuale dei carichi (MMC). 

L’articolo 169 del D.lgs. 81/08 introduce l’obbligo per il datore di lavoro “a fornire, oltre alla formazione e all’informazione, l’addestramento adeguato in particolare alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi”.

Questo obbligo si complica quando parliamo di movimentazione manuale di pazienti (MMP) perché l’addestramento sulle corrette pratiche di sollevamento e movimentazione di un essere animato necessita di un processo formativo più complesso che deve essere maturato nel corso degli anni di scolarizzazione per l’espletamento di professioni quali infermieri o operatori socio sanitari (OSS).

Il datore di lavoro resta comunque il responsabile della salute dei propri dipendenti e ha l’obbligo di mettere in atto tutte le procedure e i sistemi di prevenzione e protezione nei confronti dei suoi lavoratori, compreso assicurare loro una buona formazione ed addestramento.

Per questo motivo il D.Lgs. 81/08 nell’allegato XXXIII richiama le norme tecniche in materia di MMC della serie ISO 11228. In particolare la norma ISO 11228-1 tratta la movimentazione di esseri animati.

Il primo metodo per una prevenzione efficace è sicuramente la conduzione e redazione di un’attenta valutazione del rischio. Diversi studi invitano i datori di lavoro di imprese con rischio MMP a strutturare un percorso di analisi e valutazione organizzato su più livelli che prevede l’utilizzo di strumenti e tecniche di diversa complessità e aventi diversa finalità:

Valutazione di primo livello

In questa fase occorre individuare i “segnalatori di rischio” della propria attività:

  • caratteristiche dell’attività ( reparto di degenza, divisione chirurgica o struttura riabilitativa, etc.),
  • caratteristiche dell’ambiente di lavoro
  • tipologia dei pazienti
  • disponibilità e usabilità degli ausili (sollevatori, gli ausili minori, carrozzine o comode e i letti o le barelle regolabili)
  • organizzazione del lavoro (numero degli operatori in relazione al numero dei degenti, turni, etc.);

Valutazione di secondo livello

E la fase più tecnica in cui, utilizzando protocolli standardizzati, si valutano i diversi elementi che caratterizzano il rischio per giungere ad una valutazione globale del rischio stesso;

Valutazione di terzo livello

È una fase che si applica solo a particolari attività o condizioni in cui la seconda fase non è applicabile o non sufficiente. Attraverso metodi settoriali, così definiti dalle linee guide, si valutano i singoli parametri correlati con il rischio biomeccanico.

Anche la sorveglianza sanitaria e l’attività del Medico Compente, rappresenta un elemento fondamentale che permette al datore di lavoro di monitorare l’andamento della propria attività e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Sulla base di quanto emerso da valutazione del rischio e sorveglianza sanitaria il datore di lavoro può applicare diversi interventi preventivi con cui ridurre il rischio MMP:

  • interventi basati sull’ausiliazione: fornitura ausili manuali o meccanici;
  • interventi di tipo formativo e addestrativo: interventi formativi e addestramento alle tecniche di movimentazione appropriate incluso il reclutamento delle risorse del paziente;
  • interventi basati su programmi di esercizio: stretching e potenziamento della muscolatura paravertebrale e addominale del lavoratore;
  • interventi multifattoriali: diversi approcci metodologici in associazione (formazione e addestramento, esercizi, fornitura di ausili, gestione dello stress e strategie di coping, riorganizzazione del lavoro, etc.);

Ed è proprio su quest’ultimo metodo di intervento che si soffermano moltissimi medici. La prevenzione per funzionare e garantire risultati deve essere applicata a tutta l’attività. Un operatore ben formato e addestrato, ma senza le attrezzature necessarie o che lavora senza adeguata turnazione riposo potrà insorgere patologie, così come una struttura dotata degli migliori attrezzature ma con personale inadeguato in materia di MMP e senza le conoscenze adeguate in merito all’utilizzo di determinati ausili esporrà comunque i suoi lavoratori ad un rischio per la loro salute. Personale qualificato e con un costante addestramento in materia, ausili di sollevamento adeguati ai degenti della propria struttura, ritmi di lavoro adeguati e un team working di supporto sono strumenti da utilizzare sinergicamente.

Anche il lavoratore può aiutare se stesso, praticando con costanza esercizi di stretching prima di ogni turno affinché la colonna vertebrale sia pronta a supportare i traumi cui sarà esposta.

Di seguito alcuni semplici esercizi di ginnastica da proporre al proprio personale per mantenersi in buona salute. Gli esercizi sono stati raccolti da un opuscolo promosso dalla regione Emilia Romagna “Consigli per muoverti bene con la persona che assisti”.

Gli esercizi qui proposti dovranno avere una durata di circa 1 minuto ciascuno e vanno eseguiti tutti i giorni, per almeno 10 minuti, mattino o sera.

Questi esercizi possono essere una buona prevenzione per i dolori di schiena e delle articolazioni.

Esercizi di stretching.

1.Sdraiato, rilassando la schiena eseguo semplici respirazioni profonde con intervalli di 6 secondi da una respirazione all’altra.

2.Raccolgo le ginocchia al petto e resto in posizione; mantengo per 30 secondi, poi rilascio e ritorno in posizione 1.

3.Porto un ginocchio al petto afferrandolo e tenendolo fermo; mantengo per 30 secondi, respirando; poi ristendo la gamba e ripeto con l'altro ginocchio per 2 volte.

4.Sdraiato in posizione 1 contraggo i glutei e gli addominali e cerco di schiacciare la schiena sul pavimento inspirando; ripeto 10 volte.

5.In piedi o seduto su una sedia, alzo il braccio sx, prendo il gomito e porto la mano sx sulla spalla dx passando dietro la testa e lo tengo 1 minuto; ripeto con l’altro braccio.

6.In piedi, come in esercizio 5, prendo il gomito ma ora mi inclino di lato col tronco. Mantengo la posizione per 30 secondi; ripeto il movimento con l’altro braccio.

7.Metto le mani sulla parte lombare e mi estendo indietro lentamente; ripeto per tre volte; mi riposo e ripeto la stessa cosa (ogni volta che sollevo un peso devo farlo!!)

8.Prendo gli stipiti della porta allungando la muscolatura e mantengo la posizione per 30 secondi respirando rilassato.

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