Può sembrare un paradosso, ma la
prevenzione può comportare effettivamente un risparmio per l’azienda. Quando
succede un infortunio, vi sono forti conseguenze sull’intera collettività dei lavoratori,
oltre agli ingenti costi che la ditta deve sostenere. Infatti, meno grave è
l’infortunio, maggiore sarà l’entità dei costi indiretti su quelli diretti.
Ma cosa si intende con costi
diretti e costi indiretti?
I costi diretti sono quelle spese
facilmente individuabili, di cui il datore di lavoro è a conoscenza; sono:
- Ore perse dal lavoratore infortunato e dai
colleghi per la prima assistenza medica;
- Costi di pronto soccorso, ospedalizzazione e
cure mediche, comprese le riabilitazioni;
- Retribuzioni dovute al lavoratore per il giorno
dell’infortunio e tre giorni di carenza;
- Integrazione del trattamento retributivo INAIL;
- Danni materiali ai mezzi di produzione e il loro
ripristino;
- Mancata produzione;
- Costi per l’avvio delle denunce infortuni;
- Sanzioni pecuniarie;
- Adempimenti per l’adeguamento dei dispositivi di
protezione.
I costi indiretti, invece, sono
quelle spese sostenute dall’impresa a seguito dell’infortunio; sono costi
stimabili direttamente proporzionali alla gravità dell’incidente. Per semplicità
si possono raggruppare in quattro categorie:
- Costi legali ed assicurativi che comprendono
assistenza legale e/o professionale, oneri dovuti a perizie e consulenze
tecniche, incremento delle quote assicurative obbligatorie e integrative;
- Costi di indagine e amministrativi che includono
report sull’evento accaduto, analisi dei casi, aggiornamento della
documentazione, sviluppo di nuove procedure;
- Costi della produttività, tra cui vi sono costi
per il recupero della produzione, turnover del personale, penali per ritardata
consegna della produzione, minore produttività dell’infortunato al rientro;
- Danni per conflittualità e perdita d’immagine
che comprendono ore perse a causa di scioperi, immagine dell’azienda
compromessa, sequestro di attrezzature lavorative, sanzioni pecuniarie,
sospensive o interdittive a carico del datore di lavoro.
Possiamo supportare questa tesi
attraverso questi dati forniti direttamente dall’INAIL:
- Il costo a carico delle imprese per gli
infortuni sul lavoro incide per il 3% sul Prodotto Interno Lordo;
- Una giornata di infortunio costa all’impresa
cinque volte di più rispetto a una giornata lavorativa;
- La sicurezza sul lavoro offre la possibilità di
diminuire il premio INAIL fino al 30% annuo.
Inoltre, uno studio
dell’International Social Security Association (ISSA) condotto su trecento
aziende di quindici paesi nel mondo dimostra che gli investimenti nella
sicurezza hanno un ritorno economico nel breve periodo. È interessante vedere
come, investendo nella prevenzione con dispositivi di protezione, formazione e
informazione, costi medici preventivi, si siano avuti diversi ritorni
economici:
- a fronte di una spesa di € 367 l’azienda ha
guadagnato € 566 grazie alla diminuzione dei malfunzionamenti;
- la maggior soddisfazione dei lavoratori e il
miglioramento dell’immagine aziendale hanno creato ciascuno un’entrata di €
632.
Infine, lo stesso studio rivela
che ogni euro speso in sicurezza garantisce un ritorno decisamente superiore,
pari a circa € 2,20. Per ogni euro investito, quindi, se ne ricavano più di due:
un rapporto indubbiamente vantaggioso.
Tenendo quindi in considerazione
questi dati, è evidente che spendere una quota per un programma di sicurezza
sul luogo di lavoro diventa un investimento che darà i suoi frutti nel lungo
termine.